1. Breve presentazione
Sono Ilaria Falvo, biologa nutrizionista. Ho acquisito negli anni competenze specifiche in terapia nutrizionale nelle patologie gastrointestinali, nello specifico nell’IBS e nell’IBD.
2. Parliamo della Sindrome del Colon Irritabile. Riscontra pazienti con questa sindrome? In caso positivo sono già stati dichiarati tali dal gastroenterologo o lo scopre lei sulla base dei sintomi che riportano?
Si, metà dei pazienti che ricevo soffrono di disturbi funzionali intestinali, nella maggior parte dei casi indirizzati dal medico di famiglia o dal gastroenterologo. Purtroppo molte persone invece non hanno una diagnosi certa e in quel caso è sempre bene lavorare in team con il medico di famiglia o con il gastroenterologo di riferimento. È importante ricordare che alcuni protocolli dietetici che si applicano in queste patologie possono ritardare un’eventuale diagnosi, quindi la terapia nutrizionale deve essere applicata solo in seguito ad una corretta valutazione medica.
3. Quali sono le problematiche che maggiormente le riportano pazienti che soffrono di colon irritabile?
I sintomi tipici della sindrome del colon irritabile sono: alterazioni e irregolarità dell’alvo, dolore o discomfort addominale e gonfiore. Nella maggior parte dei casi questi sintomi compaiono o peggiorano in corrispondenza dei pasti e questo porta spesso, soprattutto nelle giovani donne affette da IBS, a perdita di peso e conseguenti stati di malnutrizione.
4. Per quel che concerne il microbiota e i probiotici, cosa ne pensa?
Alterazioni del microbiota intestinale possono essere la causa dell’insorgenza della sindrome del colon irritabile. Migliorare il proprio ecosistema intestinale è essenziale per ridurre i sintomi, ma questo non significa assumere probiotici a caso senza indicazioni mediche. Le terapie probiotiche sono ceppo e dose specifiche e variano in base al protocollo dietetico che si sta seguendo.
5. Parliamo della dieta low fodmap. Secondo lei una dieta bilanciata e studiata appositamente per coloro che soffrono di IBS, come potrebbe essere quella low FODMAP, potrebbe aiutare?
Si, assolutamente. Nel 70% dei casi un protocollo dietetico low fodmap applicato bene riduce la sintomatologia e consente al paziente di convivere con l’IBS. Purtroppo però il paziente non seguito in maniera corretta dal medico o dal nutrizionista si limita alla fase 1 del protocollo dietetico, escludendo a tempo indeterminato gli alimenti ad alto contenuto di fodmap, senza andare ad individuare i fodmap “colpevoli” della propria sintomatologia e senza ottenere una dieta di mantenimento. La Monash University suggerisce di non prolungare oltre le 6 settimane la fase 1 del protocollo low fodmap e di associarlo ad una integrazione probiotica specifica in modo da evitare la riduzione di Bifidobatteri e Lattobacilli del proprio intestino. È importante in questo settore evitare il fai da te e affidarsi a specialisti con formazione specifica nell’ambito.
6. L’attività fisica quanto è importante per coloro che soffrono di colon irritabile?
Ci sono diversi studi in letteratura che sottolineano l’importanza dell’attività fisica nel trattamento dell’IBS. Praticare una regolare e costante attività fisica potrebbe consentire di ridurre lo stress e di migliorare la motilità intestinale soprattutto nei pazienti con IBS di tipo costipativo. Una Cochrane review del 2022 però sottolinea come non ci siano conferme e dati sufficienti a riguardo.
7. Che consigli si sente di dare alle persone che soffrono di colon irritabile?
Un volta ottenuta una diagnosi certa da parte del medico che escluda disturbi non funzionali è bene consultare uno specialista in terapia nutrizionale dell’IBS, che possa indirizzarli e consigliarli in maniera opportuna. L’IBS è un disturbo di origine multifattoriale, quindi per esempio in quel 30% dei casi in cui i protocolli low fodmap non funzionano è bene indirizzare le persone anche verso altri approcci terapeutici come per esempio la terapia cognitivo-comportamentale.
Bisogna cambiare l’approccio finora utilizzato nel trattamento della sindrome del colon irritabile; è necessario un approccio multidisciplinare che non cerchi soluzioni definitive per una condizione cronica e multifattoriale come quella dell’IBS, ma che proponga un percorso terapeutico e dietetico che dia al paziente gli strumenti necessari a gestire e a ridurre la sintomatologia, migliorandone la qualità della vita.
Ringraziamo la dott.ssa Ilaria Falvo a nome di ACINI per la preziosa collaborazione e disponibilità.